Fratel Ignazio Paz


Sono Fratello Ignacio Paz, membro dell’Istituto Miles Christi. Argentino della città di Buenos Aires. Ho 26 anni e sto studiando il baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Università della Santa Croce per poter, in un futuro non troppo lontano e per grazia di Dio, essere sacerdote.


Mi hanno chiesto di raccontare un po’ la storia del mio incontro con Cristo e della mia vocazione religiosa e sacerdotale.

Penso che sia bene, prima di tutto, tenere presente che Dio chiama ciascuno di noi per una missione in questa vita… ognuno ha la sua chiamata, il suo modo particolare con cui Dio vuole che siamo santi. Tutti abbiamo ricevuto attraverso il Battesimo una vocazione a cercare Dio in pienezza d’amore.
E Dio chiama alcuni ad averli più vicini, chiama alcuni a consacrare tutta la loro vita a Lui. Pertanto, è Dio che chiama, è Dio che sceglie e sta solo a noi rispondere a quella chiamata con fede e generosità.
Detto questo, potresti chiedermi se ho sempre voluto essere religioso, consacrato e sacerdote. A dire il vero… non era “nei miei piani” ma, come ben sappiamo, i nostri piani spesso non coincidono con i piani di Dio.
Molti non escono dallo stupore e considerano una follia che un giovane possa decidere completamente di consacrare tutta la sua vita a Dio: lasciare la famiglia, gli amici, la casa… Cose che forse molti sacrificano per altri interessi, ma non per l’amore di Dio. E la prima domanda che attraversa la loro mente è come hai capito che Dio ti stava chiamando?
Devo ammettere che anch’io pensavo che dovesse succedere qualcosa di straordinario, miracoloso, “caduto dal cielo” per “ascoltare quella chiamata”; è qualcosa che può succedere… ma generalmente Dio ha vie più “normali” o “ordinarie”.
Come ha fatto Gesù Cristo con gli apostoli, ho scoperto la mia vocazione “per tappe”:

1° una chiamata discreta;

2º una progressiva iniziazione al mistero di Gesù;

3° un’associazione definitiva con la vita di Gesù.

Poi? E ora la mia storia:


Sono il secondo di due fratelli. Per grazia di Dio sono cresciuto in una famiglia cattolica. I miei genitori si sono sempre preoccupati di darci una buona educazione e di mettere Dio al centro della nostra vita.
Ma, a dire il vero, fino all’età di 14 anni il mio rapporto con Dio si limitava a frequentare la messa ogni domenica. Un rapporto basato più su un’usanza “familiare” o “tradizionale” che su un incontro personale con Dio.


Forse agli occhi del mondo non ero un “cattivo ragazzo”… La mia famiglia, i miei amici e lo sport erano ciò che riempiva le mie giornate, ma mancava qualcosa… e fino ad allora non mi rendevo conto di cosa fosse.


Ma Dio, che non si arrende mai, ha cominciato a raddrizzare a poco a poco il mio cammino. E ancora grazie ai miei genitori! Attraverso di loro ho conosciuto i Padri ei Fratelli dell’Istituto Miles Christi. Una congregazione religiosa nata in Argentina che si dedica alla ricerca della santificazione dei laici, soprattutto dei giovani universitari.


Un po’ per forza dei miei genitori ho cominciato a partecipare ad un gruppo di giovani, e attraverso questo a crescere nella mia vita di fede e nel mio rapporto con Dio. La fede a poco a poco è tornata ad occupare un posto centrale nella mia vita. Le cose che riempivano le ore ei giorni non bastavano più. Essere più generosi con Dio, pagarlo in qualche modo per tutte le sue grazie erano idee che crescevano dentro di me.
Il tempo passava e quando Dio si è accorto che ero “preparato” – se è possibile essere preparati a tanta grazia – ha voluto farmi quel primo “appello discreto” che non dimenticherò mai – e come non ricordare un momento che ha deciso tutta la mia vita?vita?-: parlando un giorno con un prete mi chiese semplicemente se sarei stato disposto a fare della mia vita ciò che Dio vuole… timidamente risposi di sì… ma in realtà quella domanda era molto profonda e è stato il punto di partenza per discernere a poco a poco la mia vocazione e scoprire il dono più grande che Dio mi aveva preparato: la vita consacrata e il sacerdozio. Era un appello morbido e irresistibile.
Non avevo ancora finito il liceo quando vidi chiaramente ciò che Dio mi stava chiedendo. Le grazie di Dio non sono mancate in questo periodo: consigli, preghiere, una crescita progressiva nell’amore per Lui.
Comunque: all’età di 18 anni, terminati gli studi, nel 2012 decisi di entrare all’Istituto Miles Christi come candidata alla vita religiosa. In Argentina ho compiuto i miei studi filosofici, nella nostra Casa Madre “San José de Luján”, poi per tre anni (nella città di Villa Elisa e nella città di La Plata) ho fatto un periodo di pratiche apostoliche, e nel 2018 ho iniziato il mio noviziato, sempre nella nostra Casa Madre, potendo, per grazia di Dio, il 28 luglio 2019 emettere i miei primi voti religiosi. Poche settimane dopo i miei superiori decisero che dovessi continuare i miei studi teologici nella città di Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce.

È un privilegio molto grande poter studiare qui, respirare la romanità e l’universalità della Chiesa e conoscere altre realtà della nostra fede. La “città eterna” è una possibilità molto concreta di contatto diretto con migliaia e migliaia di testimonianze di santità e di amore di Dio nel corso della storia. Esempio che motiva e chiama ad essere strumenti docili nelle mani di Dio.


Un Hugo Wast -un grande scrittore argentino- disse che: quando si pensa che Nostro Signore Gesù Cristo nell’Ultima Cena fece un miracolo più grande della creazione dell’Universo, che fu di convertire il pane e il vino nel suo Corpo e Sangue per nutrire mondo, e che questo può essere ripetuto ogni giorno da un prete… si capisce che dare per pagare gli studi di un giovane seminarista è spianare la strada a un uomo che, per mezz’ora, ogni giorno, sarà molto più di tutte le dignità della terra e che tutti i santi del cielo saranno Cristo stesso, sacrificando il suo Corpo e il suo Sangue, per nutrire il mondo.
Sono sempre poche le parole di gratitudine a Dio e a tutti coloro che, come suoi strumenti, mi rendono possibile essere domani sacerdote di Cristo. Per questo ho voluto ringraziare sinceramente tutti i nostri benefattori. Sono e saranno sempre nelle mie preghiere.